Recupero ambientale miniera "Ognoli"
Certamente fra i problemi più impegnativi affrontati c'è l'impatto ambientale del sito minerario "Ognoli" del cementificio sul territorio comunale.
Nei piani paesistici di circa una decina di anni fa la Regione Lombardia così definiva il sito del locale cementificio di Tavernola "... uso insipiente del territorio... ", un modo senza dubbio poco edificante di definire la nostra zona. Il degrado accumulato da un secolo di escavazione era stato possibile dal fatto che il sito "Ognoli" era stato autorizzato come miniera e non come cava. Per questo era il Ministero dell'Industria attraverso il Distretto Minerario che controllava l'intera attività all'interno senza che nè le amministrazioni locali nè la Provincia, nè la Regione potessero intervenire.
Finalmente la Legge "Galasso" N. 431 del 8.08.1985, nel 1985 disponeva il vincolo ambientale nella fascia di 300 metri dalla sponda dei laghi, questa legge introdusse il principio di "rispetto del territorio" al quale anche i siti minerari dovettero adeguarsi. In pratica ciò favorì la realizzazione, da parte della Regione Lombardia (che aveva il controllo sul rispetto di quanto stabilito dalla Legge "Galasso"), di un "Piano di recupero ambientale" per la miniera "Ognoli", in vista della sua dismissione.
Il piano di recupero, in parte condizionato dal passaggio della nuova strada per Parzanica, consentì il rinverdimento del sito dell'escavazione. Anche grazie al controllo esercitato dalle amministrazioni locali e da Tavernola Democratica che ha sempre partecipato attivamente alle riunioni e ai sopralluoghi di controllo sull'avanzamento dei lavori di recupero, il ripristino ambientale della miniera "Ognoli" ha dato sufficienti risultati.